Anna Maria Batti
Nata a Firenze il 23 febbraio 1949, risiede a Roma e si dedica alle sue opere nell’Atelier di Via Rimini ad Anzio
Socia dell’Associazione Culturale Euterpe di Anzio.
Componente della corrente artistica Neorivelismo.
Socia Accademia Internazionale dei Dioscuri di Taranto.
Socia Associazione culturale Napoli Nostra di Napoli.
Sono nata a Firenze, la città che ha ispirato con la sua bellezza il mio universo artistico. La casa patera, dove sono nata e trascorso l’infanzia, è un edificio storico eretto nel 400 a seguito della costruzione della Basilica di Santa Croce.
Un’ampia dimora, ex convento francescano, di cui la mia famiglia paterna abitava la parte prospiciente la piazza. Un piccolo balcone, ancora oggi esistente, era il mio rifugio: da li osservavo il mio mondo, ogni angolo e ogni piccola mutevole vibrazione di colore, luce ed ombra.
L’immaginazione correva sui tetti, animandone gli alti comignoli, le facciate affrescate, fino a raggiungere i passanti, indagandone le emozioni che si celavano dietro il gesto composto della contemplazione estatica, immobile.
La direzione dello sguardo incrociava altre prospettive, ricercando con curiosità elementi sempre nuovi di indagine sulla realtà , traducendola in visione sensibile che sarà in futuro la materia delle mie opere.
Sarà nei primi anni del mio trasferimento a Roma, in Via Lombardia, che la mia fantasia troverà libertà e nuova linfa artistica: dalle corse a villa Borghese intorno al Tempietto di Diana, alle passeggiate dagli archi di Porta Pinciana fino al Pincio, con lo spettacolare affaccio su Piazza del Popolo.
I disegni si popolavano di scorci e paesaggi di natura mutevole, densa di suggestioni catartiche e di riconciliazione interiore. Un binomio che si rafforzerà in seguito, con un nuovo ed inaspettato scenario.
Sono gli anni compresi tra la metà degli anni 60 fino alle porte del 2000, durante la mia attività lavorativa all’Eni, nella sede del grattacielo di vetro all’Eur. La vista poteva distendersi sul laghetto sottostante, abitato da cigni e circondato dai ciliegi giapponesi dall’esplosiva fioritura. immaginandolo senza argini, davanti ai miei occhi si riproponeva un inedito punto di fuga, luminoso e lontano, fino ad abbracciare l'infinito.
La fusione del mio vissuto e del mio sguardo, di ieri e di oggi, si manifestano ora nel Neorivelismo, la corrente pittorica che raccoglie e accoglie il mio pensiero poetico attraverso la tecnica mista di spatola e pennello, l’uno al servizio dell’altro.
Ancora mi stupisco di come ogni dipinto rifletta quell’emozione che attraverso il colore prende forma sulla tela. É come se passasse prima nell’anima, ne raccogliesse lo spirito e si "rivelasse" sulla tela. Cosi che mondo e anima si confondono insieme, coniugate in un’unica esperienza. Umana e divina.